L’accesso agli atti dei consiglieri comunali: il costante dibattito tra il rispetto del diritto e la salvaguardia dei dati personali

Abstract

L’accesso agli atti, nelle sue diverse declinazioni, è lo strumento che permette di garantire
la trasparenza dell’attività amministrativa. Il presente articolo si soffermerà ed analizzerà nel
dettaglio: l’accesso agli atti dei Consiglieri Comunali. Questo particolare tipo di accesso agli atti è
disciplinato dall’art. 43 del D.lgs. n. 267 del 2000 il quale riconosce ai Consiglieri Comunali il diritto
di ottenere dagli uffici della Pubblica Amministrazione le notizie e le informazioni in loro possesso,
utili all’espletamento e all’esercizio del mandato consiliare. Tuttavia, il diritto riconosciuto ai
Consiglieri Comunali incontra dei grossi limiti. Invero, pur rappresentando un ampio potere, lo
stesso risulta essere condizionato da due elementi fondamentali: la dimostrazione che le notizie e
le informazioni richieste siano utili all’espletamento del proprio mandato ed il rispetto e la
salvaguardia dei dati personali. La trasparenza si traduce, in altre parole, in un mezzo per consentire
un controllo sul corretto esercizio del potere pubblico, ma anche come un diritto a comprendere
l’operare delle Pubbliche Amministrazioni. A ciò aggiungasi che il principio di trasparenza si
interseca inevitabilmente con la già richiamata salvaguardia dei dati personali.
In questa sede, pertanto, si avrà modo di affrontare il costante dibattito che caratterizza le due
materie: il diritto di accesso riconosciuto ai Consiglieri Comunali ed i limiti dello stesso.